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al testo di Amina Narimi
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Non so la radice divina che tocchi il limite matematico a dimora solo un canto in lingua Sacrale parole strette come un osso leggero nell'orgasmo di petto alla gola pronto a rinascere su frori prus bellu
"sta nella ferita d’assenza - mi dici- l’amore nell'ombra chiara delle prime rose"
Sta dove il dolore mi trasforma le ossa nella tua guarigione sa petza esposta al canto, i seni in rose, sa bestia di gioia, Lei, può passare la porta stretta sotto il cuore della terra sotto il cielo parallelo con la schiena -madre dalla lunga voce- con il sangue avanza -contra su chelu abantzu- lavando il petto della cerva fango che dorme alla luce tutto il silenzio fuori dal torace vita e moto le sue vocali in carne allo scoperto. Ama odorando l’Assenza, infine comente cantu ubriaca il dolore in su bentu
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